Più volte qui su youdonna abbiamo parlato di menopausa ed osteoporosi: quest’ultima può essere causata tra l’altro dal veloce riassorbimento del calcio e da un metabolismo rallentato, che producono una conseguente fragilità delle ossa, diventando man mano più soggette a rischio di fratture. Per capirne meglio le origini, i rischi ed il trattamento abbiamo parlato con il Professor Stefano Lello, Consulente del Dipartimento Salute Donna e Bambino al Policlinico Gemelli di Roma, con cui ci eravamo già confrontati sucome prepararsi alla menopausa.
Professor Lello, innanzitutto la ringraziamo per la sua sempre apprezzata disponibilità nel chiarire punti molto importanti per le utenti di youdonna.com.Oggi sul nostro portale parliamo di Osteoporosi, e volevamo chiederle una panoramica a riguardo. Partiamo dall’inizio: cos’è l’Osteoporosi, e quali sono le cause che portano ad una sua diagnosi?
L’osteoporosi è una malattia che colpisce tutto lo scheletro, con una diminuzione della resistenza dell’osso. Per tale motivo, il rischio di avere una frattura aumenta, anche per traumi che normalmente non sarebbero in grado di provocare una rottura dell’osso. Le sedi scheletriche dove più frequentemente si hanno fratture da osteoporosi sono le vertebre, il femore, l’avambraccio, anche se, di fatto, tutte le aree del tessuto osseo diventano più fragili.
I fattori predisponenti sono molti, tra i più importanti ricordiamo: età avanzata, sesso femminile, menopausa, periodi di amenorrea (mancanza de ciclo mestruale), basso peso corporeo, carenza di vitamina D, malassorbimento intestinale ( per esempio, malattia celiaca, intolleranza al lattosio) o malattie infiammatorie croniche dell’intestino (per esempio, malattia di Crohn, colite ulcerosa), terapie con cortisone, terapie con anticoagulanti.
E quali sono invece esami diagnostici utili ad un suo riscontro?
Innanzitutto, bisogna valutare quale sia il rischio per ogni singola paziente, tenendo in considerazione i vari fattori, come già ricordato, che possono predisporre allo sviluppo di una condizione di osteoporosi. Oltre ai fattori individuali di rischio, un valido aiuto viene da un esame detto Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), che solitamente viene effettuata a livello vertebrale (colonna lombare) e femorale (con valutazione del femore totale e del collo del femore) e che valuta, di fatto, la quantità di massa ossea. In base ai risultati della MOC possiamo avere tre risultati: osso normale, osteopenia (perdita iniziale di massa ossea), osteoporosi (perdita più importante di massa ossea).
E’ importante sottolineare come se la condizione di osteoporosi, come già ricordato, aumenta il rischio di frattura, anche la osteopenia aumenta, in qualche modo, il rischio di frattura, motivo per cui è necessario porre attenzione a tale situazione, per poter attuare strategie di prevenzione che prevengano la progressione ad osteoporosi e riducano il rischio di frattura.
Quale è l’aspetto più importante da tenere sotto controllo medico?
Innanzitutto è necessario puntare la nostra attenzione sulla vitamina D. I livelli normali di vitamina D nel sangue, valutabili con un semplice prelievo di sangue, debbono essere superiori a 30 nanogrammi (ng) per millilitro (ml); se i livelli sono più bassi, si parla di ipovitaminosi D, condizione collegata di per sé ad aumento del rischio di frattura. Se si trova una vitamina D bassa, deve essere riportata ai livelli normali assumendola con supplementi presenti sul mercato in varie forme, gocce, flaconi, compresse, etc. E’ fondamentale avere un livello normale di vitamina D, anche perché qualsiasi trattamento con farmaci specifici per l’osteoporosi è meno efficace se la vitamina D è bassa.
Come possiamo trattare l’Osteoporosi?
Per ciò che riguarda i trattamenti, la terapia ormonale sostitutiva con estrogeni (somministrati per via orale sotto forma di compresse o attraverso la pelle sotto forma di cerotti o gel) con tibolone (compresse per via orale), anche se prescritta per curare la sindrome menopausale (vampate, sudorazioni, disturbi del sonno e dell’umore, secchezza vulvare e vaginale), è in grado di prevenire lo sviluppo delle osteopenia e della osteoporosi e di ridurre il rischio di frattura. Se non si hanno sintomi menopausali, si possono utilizzare i Modulatori Selettivi del Recettore Estrogenico (Selective Estrogen Receptor Modulators, SERMs), farmaci non ormonali, che agiscono come un estrogeno sull’osso, proteggendolo dallo sviluppo di osteopenia e osteoporosi e riducendo il rischio di frattura, e come un anti-estrogeno su altre parti del corpo, come la mammella (una molecola chiamata Raloxifene riduce il rischio di tumore della mammella estrogeno-sensibile). I SERMs vengono somministrati per via orale.
Il gruppo di farmaci più utilizzati per il trattamento della osteoporosi e per la prevenzione delle fratture sono i Bisfosfonati, utilizzati in una fascia di età più avanzata rispetto alla terapia ormonale sostitutiva o rispetto ai SERMs. I bisfosfonati possono essere assunti per via orale o per via iniettiva (intramuscolo, endovena) e prevengono efficacemente le fratture vertebrali e non vertebrali (femore, avambraccio, costole, etc).
Il Denosumab è un anticorpo monoclonale, quindi un anticorpo molto selettivo nella azione sul suo bersaglio terapeutico, e riduce la attività delle cellule che distruggono l’osso (gli osteoclasti), aumentando la massa e la resistenza dell’osso, con una riduzione del rischio di frattura a livello vertebrale e non vertebrale (femore, avambraccio, etc); il Denosumab viene somministrato con una iniezione sottocute ogni 6 mesi.
Il Teriparatide è un farmaco che stimola la attività delle cellule che formano l’osso (gli osteoblasti); anche questo farmaco aumenta la massa e la resistenza dell’osso, riducendo il rischio di frattura; si utilizza con una iniezione sottocute ogni giorno per un massimo di due anni.
Esiste quindi una terapia valida sempre, per tutti i soggetti?
Come si può vedere, vari sono i trattamenti a disposizione, per poter personalizzare la terapia in base alla fascia di età e condizione clinica. Quindi, non esiste la terapia ideale per l’osteoporosi, ma va scelta, di volta in volta, la strategia migliore per ogni singola paziente.
Interventi non farmacologici come attività fisica adeguata e alimentazione specifica, non possono e non debbono mancare nella gestione globale del problema osteoporosi, per migliorare la protezione dello scheletro di ogni Donna.