I sintomi della menopausa e, più in generale, il cambiamento della vita della donna in un momento tanto delicato, non toccano esclusivamente la vita di coppia e quella familiare, ma influiscono anche sul lavoro. La scarsa delicatezza di ambienti di lavoro ostili nei confronti delle donne in menopausa porta molte di loro a tacere le proprie esigenze, sentirsi mancanti nel proprio ruolo, talvolta abbandonare l’occupazione.
A settembre un articolo del Sole24ORE evidenziava un importante fenomeno in atto nel Regno Unito: lo studio di policy aziendali dedicate alle donne in perimenopausa o menopausa. Il perché di un simile interesse nasce dai numeri: si stima che siano circa 4,3 milioni le donne sopra i 50 anni impiegate nel Regno Unito, e a breve – dato l’aumento dell’età pensionabile in quasi tutta Europa – il numero aumenterà ancora.
Le linee guida comprendono studi analitici sui dati raccolti nelle aziende d’Oltremanica: i disagi delle lavoratrici, l’ambiente fisico di lavoro, quello emotivo, le strategie di sensibilizzazione dei dipendenti, i casi di studio di aziende virtuose che possono fungere da esempio per quelle che ancora non hanno attuato modifiche strutturali in questo senso. Vediamole più nel dettaglio: in molte possono essere infatti applicate anche alla situazione italiana.
L’approccio “biopsicoculturale” alla menopausa
Ritenere che i sintomi della menopausa siano esclusivamente fisici è piuttosto ingenuo. I cambiamenti nella vita di una donna non nascono esclusivamente da vampate di calore, insonnia, difficoltà motorie – solo per fare alcuni esempi – ma coinvolgono più genericamente l’intera struttura della vita quotidiana. I figli lasciano la casa, i genitori diventano anziani e necessitano di cure, la coppia vive una nuova stagione emotiva e sessuale. Tutti questi fattori calano la menopausa in un contesto più ampio, non solo fisico ma anche psicologico.
L’”effetto domino”
Alcuni studi dimostrano che i sintomi non sono sempre conseguenza diretta dei cambiamenti ormonali durante la transizione menopausale. Più frequente è invece il cosiddetto ”effetto domino”, dove un sintomo provoca altri sintomi ed effetti. Le vampate di calore e le sudorazioni notturne provocano insonnia, che a sua volta porta ad irritabilità, senso di fatica, minore funzione cognitiva.
L’insonnia può anche essere causata da ansia e depressione, strettamente correlate – in modo diretto o indiretto – alle vampate e allo stress. A tutto questo possono aggiungersi vertigini, mal di testa, aumento di peso e conseguente perdita di fiducia o apnea del sonno.
Tutto questo naturalmente ha ripercussioni dirette sul lavoro:
- riduzione dell’impegno
- riduzione della soddisfazione
- maggiore percentuale di assenza per malattia
- desiderio di lasciare il lavoro
- difficoltà a cercarne un altro
Gli studi suggeriscono che i sintomi di transizione potrebbero avere anche effetti negativi su:
- gestione del tempo
- resilienza emotiva
- capacità di completare efficacemente le attività.
Le reazioni delle donne in menopausa
Le donne tentano il più possibile di nascondere sul lavoro i sintomi della menopausa, in parte perché non si sentono libere di poter esternare a capi e colleghi – specie maschi o giovani – le proprie difficoltà o esigenze fisiche e psicologiche, in parte perché la cultura aziendale le porrebbe velocemente in una condizione di isolamento o rifiuto. È riportato, a titolo di esempio, il caso di una donna che per far fronte alle vampate di calore in un ufficio privo di aria condizionata, con temperatura di 32°C, ha chiesto di poter lavorare da casa, trovandosi di fronte al rifiuto del suo datore di lavoro.
Per questa ragione, alcune cercano di ridurre il proprio orario di lavoro per fronteggiare meglio i sintomi fisici della menopausa; al contrario, altre intensificano il proprio lavoro come per “compensare” quelle che ritengono essere delle mancanze professionali. In pochissimi casi, comunque, ci si sente di poter condividere apertamente le proprie difficoltà: si temono ripercussioni su possibili promozioni o giudizi negativi sulle proprie capacità professionali.
Solo il 22% delle donne intervistate aveva fatto presente al suo manager la fase di transizione che stava vivendo. Il restante 78% aveva taciuto il problema, per:
- paura che il manager di linea potesse pensare che la loro performance fosse stata stata o potesse essere influenzata (67%)
- imbarazzo nella divulgazione dell’informazione (35%)
- imbarazzo nel rivolgersi ad un manager maschio (24%)
- imbarazzo nel rivolgersi ad un manager più giovane (23%)
- preoccupazioni sulla riservatezza dell’informazione (22%).
Un dato rilevante, inoltre, è quello per cui quasi una donna su venti si è trovata a perdere il lavoro dopo una menopausa chirurgicamente indotta.
Dagli studi emerge come i datori di lavoro tendano a considerare la menopausa come un problema personale e privato. I professionisti HR non sono competenti nel trattamento di questo tipo di situazione, e si dimostrano carenti nel sostenere le donne in menopausa.
Si evidenziano inoltre problemi nella cultura aziendale e negli stereotipi legati alla menopausa e al corpo delle donne: molte di esse si sentono ridicolizzate, molestate e criticate da colleghi e dirigenti a causa dei sintomi della menopausa, e i loro comportamenti bollati come “isterici”.
Caso di studio: come migliorare l’ambiente di lavoro per le donne in menopausa
Il Consiglio della contea del Nord Lincolnshire ha fornito ai propri manager delle indicazioni per “soddisfare esigenze specifiche e intraprendere adeguamenti sul posto di lavoro”. In una sezione dedicata alla menopausa, la guida suggerisce di:
- controllare la temperatura della postazione di lavoro (ad esempio fornitura di ventola USB)
- controllare la posizione dello spazio di lavoro
- utilizzare il telelavoro
- facilitare l’accesso alle strutture igieniche
- preferire nel codice di abbigliamento uniformi cucite con materiali naturali e non sintetici; prevedere più di un cambio al giorno se necessario
- ripensare alle modalità di svolgimento del proprio lavoro
Cosa può fare il governo per aiutare meglio le donne in menopausa?
Pochissime pubblicazioni discutono questo argomento. Tra i suggerimenti si consiglia di:
- consigliare i datori di lavoro con una formazione adeguata
- formare i professionisti della cura medica e sociale in modo che siano più consapevoli ed empatici rispetto agli effetti della menopausa;
- promuovere campagne di sensibilizzazione per le donne di mezza età;
- promuovere la ricerca.
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