L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da riduzione della massa ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità ossea, con un conseguente aumento del rischio di frattura. La perdita di tessuto osseo è un fenomeno fisiologico connesso con l’invecchiamento: la massa ossea, che raggiunge solitamente il suo picco tra i 20 ed i 35 anni, si riduce in entrambi i sessi con l’avanzare dell’età, ma in maniera più significativa nel sesso femminile dopo la menopausa.
Ciò determina una perdita significativa di massa ossea che può raggiungere il 50% della quantità totale a livello dei corpi vertebrali e il 25-30% a livello delle ossa lunghe in un’età compresa tra i 60 ed i 70 anni con conseguente aumento della fragilità ossea e comparsa delle fratture spontanee o per traumi minimi. La riduzione della massa ossea interessa più precocemente l’osso trabecolare rispetto a quello corticale. In genere, l’osso osteoporotico presenta una riduzione dello spessore della corticale e una diminuzione del numero e delle dimensioni delle trabecole, assottigliate e con minori connessioni inter-trabecolari. Queste alterazioni strutturali e perciò qualitative dell’osso sono responsabili della riduzione delle proprietà bio-meccaniche dello scheletro e dell’aumentato rischio di fratture nei soggetti affetti da osteoporosi.
L’osteoporosi e la frattura osteoporotica hanno sicuramente una patogenesi multifattoriale. Vi sono fattori di rischio capaci di ridurre la massa ossea ed altri in grado di aumentare il rischio e le conseguenze delle cadute. Tra questi il basso introito di calcio con la dieta, la magrezza, la prolungata assenza del ciclo mestruale nella donna in eta’ fertile e la menopausa precoce. Anche malattie che spesso colpiscono il sesso femminile come l’ipertiroidismo e l’iperprolattinemia posso aggravare la perdita’ di massa ossea. Inoltre, malattie come l’artrite reumatoide possono di per se’ peggiorare il quadro metabolico osseo ma anche in conseguenza di una terapia cortisonica cronica. Anche fattori genetici (familiarita’) sembrano contribuire in parte all’osteoporosi e alla frattura, ma per ora nonostante una ricerca molto attiva nel campo non e’ stato ancora individuato un corredo genetico (malattia verosimilmente poligenica) specifico che configuri un elevato rischio di frattura. L’osteoporosi è piu’ frequente nel sesso femminile rispetto al sesso maschile.
La menopausa è un momento preciso nella vita della donna nel quale vi e’ la completa cessazione dell’attività della ghiandola ovarica con conseguente azzeramento degli estrogeni circolanti. Fisiologicamente, gli estrogeni sono fondamentali nel mantenere controllata l’attivita’ degli osteoclasti (le cellule che distruggono l’osso vecchio). Quando gli estrogeni vengono a mancare l’attivita’ degli osteoclasti e’ fuori controllo e la distruzione di osso vecchio tende inevitabilmente a superare la capacita’ degli osteoblasti a produrre osso nuovo. Se poi una donna per i motivi prima elencati come una nutrizione non adeguata si presenta alle soglie della menopausa con una ridotta riserva di osso e’ purtroppo una candidata molto seria all’osteoporosi.
Negli anni recenti è stato ipotizzato che la donna inizi a perdere osso prima ancora che inizi la menopausa (perimenopausa). Secondo alcuni studi sperimentali che noi pero’ non abbiamo confermato nelle pazienti questa perdita iniziale sarebbe mediata dall’aumento di FSH il cosiddetto ormone della menopausa. Negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone si calcola che circa 75 milioni di persone ne siano affette ed è presente in 1 donna su 3 in post menopausa. La prevalenza aumenta a partire dai 60 anni di età per ogni decade e in tutto il mondo nel 2000 sono state registrate circa 9 milioni di fratture in soggetti di età superiore ai 50 anni in entrambi i sessi (“/2 -3/4 nel sesso femminile).
Uno dei pochi studi di prevalenza in Italia è stato condotto nel 2001 su 16.000 soggetti in 83 centri specialistici sparsi su tutto il territorio nazionale con tecnica ultrasonometrica (possibile sottostima): questo studio conferma che il calo della densità ossea è un fenomeno legato all’età. Infatti, nel 32% delle donne fra 60 e 69 anni, nel 45% delle donne fra i 70 e 79 anni e nel 14% degli uomini > 60 anni è presente osteoporosi. Inoltre, nel 44,8% delle donne tra 60 e 69 anni, nel 49,3% delle donne tra 70 e 79 anni e nel 34% degli uomini > 60 anni è presente un quadro di osteopenia (alterato rispetto ai valori normali ma di minore gravita’ rispetto all’osteoporosi).
Prof. Andrea Giustina
Ordinario di Endocrinologia
Universita’ di Brescia
Spedali Civili di Brescia